lunedì 11 giugno 2018


LA FISICA, DIO E L’ANIMA

Per Aristotele lo studio del mondo fisico è parte delle scienze teoriche, che rappresentano il vertice a cui può giungere la conoscenza degli uomini.
La fisica aristotelica è qualitativa, tiene conto delle proprietà essenziali di ogni sostanza e stabilisce una differenza qualitativa tra gli elementi, e finalistica, in quanto coglie una finalità nei singoli processi dell’universo.

TEORIA DELLE 4 CAUSE
La fisica aristotelica si occupa delle sostanze che mutano e si trasformano; quindi è una teoria del movimento.
Egli spiega il divenire attraverso le nozioni di “atto” e “potenza”: ogni sostanza possiede delle qualità  potenziali, che attraverso un processo di trasformazione possono realizzarsi completamente e raggiungere la loro forma in atto.
Ogni trasformazione, ogni passaggio dalla potenza all’atto, richiede delle particolari condizioni e determinate cause.

Aristotele giunge a elaborare una spiegazione dei fenomeni, riconoscendo all’origine di ognuno di essi quattro tipi di cause: 

  • Una causa materiale, la materia di cui una cosa è fatta.
  • Una causa formale: la forma, l’essenza, ciò che fa si che una cosa sia proprio quella cosa e non un’altra.
  • Una causa efficiente, la forza che genera un mutamento.
  • Una causa finale, lo scopo in vista del quale il processo avviene.
Nei processi naturali la causa formale, quella efficiente e quella formale si presentano unificate e dunque le cause si riducono a due.
Nei processi artificiali esse sono disgiunte.

Aristotele da una particolare importanza alla causa finale, che tende a coincidere con la forma.
Egli ritiene che la natura non agisca mai senza uno scopo e che tutti i processi fisici o biologici rispondano a una legge intrinseca di carattere finalistico.



Sara Keller IIIB

Nessun commento:

Posta un commento