martedì 28 novembre 2017


ANASSAGORA E LA TEORIA DEI SEMI

  • semi ⇒ particelle piccolissime e invisibili di materia che danno origine a tutte le cose visibili.
  ⇓ queste differiscono per la qualità: sono infinitamente divisibili e infinite in quantità e numero.

Anassagora afferma che: ≪tutto è in tutto≫ in ogni cosa troviamo semi di ogni altra cosa.

Se quando mangiamo pane e beviamo acqua ci crescono peli, le unghie e le ossa, bisognerà dedurre che nel pane e nell'acqua c'erano i semi delle ossa, delle unghie e dei peli.



Inizialmente egli diceva che ≪tutto era uno≫ e che quindi i semi erano confusi tutti assieme, successivamente avvenne il processo di differenziazione e separazione degli elementi, per cui la realtà è diventata ciò che è oggi, molteplice e 
variegata.

  • Bisogna considerare anche che in tutte le cose permane una base comune e unitaria, costituita da infiniti elementi invisibili.





NOÚS

Per spiegare l'origine dell'universo, Anassagora ricorre all'azione di questa forza, il Noús,      l'intelligenza ⟹   questa determina il movimento
                                                                                                                                      
                                                                                                           
L'intelligenza di Anassagora è un intelligenza illimitata, dotata di forza propria.
La sua funzione consiste nel dare forma al caos indistinto originario.
Secondo Anassagora, l'intelligenza ha causato un movimento tempestoso nel caos primordiale in cui i semi erano congiunti in maniera confusa.
  ⇓ 
questo vortice ha prodotto la separazione degli elementi opposti (caldo, freddo; luce, oscurità).



PRIMO MODELLO DEL SAPERE SCIENTIFICO

Anassagora sottolineava la stretta connessione fra l'esperienza sensibile e l'intelligenza.
Inoltre egli riflette su quanto siano importanti e significative le mani negli uomini, dicendo che se non avessimo le mani per lavorare e agire sulla natura, non avremmo raggiunto livelli di civiltà cosi alti.
Egli dice ≪l'uomo è il più intelligente degli animali proprio perché ha le mani≫

Primo modello del sapere scientifico:
  • il processo conoscitivo inizia dall'esperienza concreta, grazie al cervello che ci permette di elaborare le sensazioni percepite dai sensi
  • interviene poi la memoria, che rende queste sensazioni stabili.
  • poi l'intelligenza che interpreta i dati e formula le ipotesi.
  • infine, il sapere pratico e operativo, grazie al quale le cose diventano oggetti della nostra manipolazione e trasformazione.






Sara Keller 3b

ANASSAGORA


  • Nato ad Atene
  • Primo scienziato del tempo: Credeva che il sole non fosse una divinità ma una semplice massa infuocata.
  • Fu cacciato dalla città e morì in esilio.
Anassagora trattava gli elementi non come forze divine ma come effetti di cause naturali.
  • basava la sua mentalità su un osservazione diretta.
Per quanto riguarda la cosmologia, Anassagora mostra di avere una percezione della dimensione e della configurazione dell'universo migliore di quella dei suoi predecessori.


  
 ↳ diceva che il sole ci appare piccolo solamente perché 
è lontano ma in realtà è più grande del Peloponneso.
Inoltre diceva pure che questo girava attorno alla Terra.
                                                                                                                           

SOLE






 ↳ sosteneva anche che la Luna era più piccola del 
Sole ma che ci appariva più grande poiché più vicina al nostro pianeta




LUNA









Affermava, ancora, che tutti i corpi celesti sono della 
stessa natura della Terra e che la Luna, come questa fosse attraversata da pianure e valli.

TERRA



Sara Keller 3b

venerdì 24 novembre 2017


EMPEDOCLE:

Empedocle nacque ad Agrigento intorno al 484-481 a.C
Egli nel poema sulla natura descrive la nascita 
dell'universo a partire dallo spero
in cui si mescolano fuoco, acquaterra e aria (le "quattro radici")

Questi principi sono eterni, immutabili e identici a se stessi.



LE FORZE COSMICHE:

Secondo Empedocle gli elementi si separano grazie a due forze cosmiche: amore e odio, le quali determinano la generazione e la dissoluzione di tutte le cose.
Queste due forze si avvicendano costantemente, infatti a un ciclo di disgregazione ne segue uno di riaggregazione, in cui il mondo torna ad essere perfettamente unito nello sfero.

Per Empedocle l'esistenza è costituita dal momento intermedio, che non è ne amore ne contesa, pensi la tensione fra i due estremi.




TEORIA DELLA CONOSCENZA E CONCEZIONE DEL MALE:
Gli uomini vedono solo una piccola parte della vicenda cosmica.
Infatti, avendo in se i quattro elementi e le due forze, gli uomini possono conoscere la verità sul ciclo cosmico, dato che "simile conosce simile"

Il male secondo Empedocle era rappresentato dall'uccisione degli animali.
Nutrendosi di questi si commette ingiustizia, perché una sorta di anima pervade l'universo, il quale è un unico e grande organismo vivente, di cui tutti gli esperiscono partecipi.


LA FINALITA' PRATICA DEL SAPERE DI EMPEDOCLE:
Empedocle ebbe anche un importante titolo come mago e medico.
Infatti nella sua città, Agrigento, egli rappresentava un dio immortale, seguito da molte persone che gli chiedono guarigione.
A loro egli prometteva la liberazione dagli affanni e dal dolore.


mercoledì 22 novembre 2017


ZENONE E I PARADOSSI LOGICI

Zenone di Elea era un fedele discepolo di Parmenide.
Parmenide sosteneva due tesi: 
  • l’essere è uno.
  • l’essere è immutabile. 

Zenone contradiceva colore che affermavano:
  1. la pluralità dell’essere e delle cose (pitagorici)
  2. il movimento (Eraclito e gli eraclitei)


Argomenti Zenoniani —> Paradossi (spiegazioni logiche che vanno contro alla realtà)

Paradosso di “Achille e il piede veloce”
Egli sosteneva che Achille, in una competizione con una tartaruga, non sarà mai in grandi di raggiungere l’animale, qualora questo fosse pure in vantaggio.
Infatti quando egli avrà raggiunto la tartaruga questa avrà fatto già un altro tratto, e così all’infinito.







Sara Keller 3b




PARMENIDE 
E IL PENSIERO DELL'ESSERE

Parmenide era considerato il filosofo dell'unità e della stabilità.
Egli visse a Elea, antica colonia greca situata sulla costa della Campania.
Parmenide credeva in un ambiente culturale e intellettuale aristocratico.



Scrisse un poema in versi intitolato "sulla natura" di cui restano solamente il proemio e vari frammenti.
Nell'opera di Parmenide si riflette l'aspirazione a una sapienza sacrale.
Infatti nel proemio Parmenide immagina di essere trasportato da un carro trainato dalle Muse alle porte del Sole e di ricevere da una dea la rivelazione sulla verità che dovrà comunicare al mondo.
Nonostante la cornice sia di carattere religioso, la materia del messaggio di Parmenide e le movenze argomentative del suo discorso sono decisamente filosoficherazionali.

Il messaggio di Parmenide è sostanzialmente rappresentato da questa affermazione: l'essere è, e non può non essere, mentre il non essere non è, e non può essere; ciò significa che soltanto l'essere esiste e che il non essere non esiste e non può nemmeno essere pensato.

Secondo Parmenide interine essere è ciò che è comune a tutti gli enti e che esiste alla pienezza assoluta e perfetta, eterna e immobile.
si tratta di una prospettiva nettamente antagonista alla concezione dinamica dell'universo di Eraclito.


Con Parmenide ha inizio "l'ontologia", cioè lo studio dell'essere in quanto essere, nelle sue caratteristiche universali.

Molti studiosi avanzarono l’ipotesi che il pensiero parmenideo fosse la risposta alle inquietudini sociali di cui soffriva la città di Elea.
Le sue argomentazioni poggiano su dimostrazioni logiche molto rigorose.
Con Parmenide si afferma l’attitudine a valutare il le tesi e a sostenerle con argomenti razionali.

Parmenide basava il suo procedimento logico partendo dal presupposto che il mondo non possa derivare dal nulla perché se fossi il contrario questo sarebbe la fine del pensiero e della realtà.

Egli definì i caratteri essenziali dell’”essere”: 
  • l’essere è ingenerato e imperituro: l’essere non può nascere e non può morire.
  • l’essere è eterno: non ha né  passato né futuro. 
  • l’essere è immutabile e immobile.
  • l’essere è finito: Parmenide dice che l’essere è una sfera perfettamente omogenea.

Nella filosofia poi vennero introdotti dei principi:
  •  il principio d’identità: A=A: l’essere è ed è identico a se stesso 
  • il principio di non contraddizione: l’essere è, dunque non può non essere.
  • il principio del terzo escluso: ogni cosa o è, o non è.





Sara Keller 3b